La sede di CAMA Group ha ospitato un incontro dedicato al rapporto tra innovazione tecnologica, competenze e futuro del settore metalmeccanico e del packaging.
Un appuntamento che ha riunito management aziendale, rappresentanti di Confindustria e gli studenti dell’Istituto Maria Ausiliatrice di Lecco, offrendo una panoramica concreta sull’evoluzione dei processi produttivi e delle professionalità richieste dall’industria.
A introdurre i lavori è stata Annalisa Bellante, co-titolare di CAMA Group, che ha definito i principali assi della trasformazione in corso: robotica collaborativa, umanoidi, intelligenza artificiale e automazione flessibile. Tecnologie avanzate che, ha ricordato, non sostituiscono la componente umana ma ne amplificano il valore.

Per funzionare, richiedono infatti team preparati, capacità di collaborazione, empatia e una formazione continua capace di integrare competenze tecniche e responsabilità.
Una visione condivisa anche da Marco Galbiati, presidente della sezione metalmeccanica di Confindustria Lecco, che ha evidenziato come l’accelerazione tecnologica stia generando nuovi ruoli professionali: tecnici in grado di dialogare con sistemi robotici complessi, figure commerciali preparate ai mercati globali e specialisti in grado di interpretare dati, processi e interfacce intelligenti. Da qui l’importanza di investire nei giovani e di avvicinarli alle imprese attraverso percorsi di confronto diretto.
Sul versante tecnico-applicativo, Alessandro Rocca, direttore vendite, ha delineato il posizionamento internazionale di CAMA: oltre 250 dipendenti, sedi in Stati Uniti, Asia, Australia, Regno Unito e Francia, certificazioni industriali e una rete capillare di agenti nel mondo.

Rocca ha illustrato le tendenze che stanno ridisegnando il settore del secondary e tertiary packaging, dai sistemi ad alta efficienza alle linee integrate capaci di gestire formati e materiali differenti, fino al ruolo strategico del design della confezione nel comportamento del consumatore.
Il tema della multiculturalità è stato approfondito da Alessandra Butti, marketing manager, che ha spiegato come la comunicazione industriale richieda approcci diversi in base all’area geografica: lingue, piattaforme, abitudini e sensibilità cambiano da mercato a mercato, rendendo necessario un lavoro costante di adattamento e ascolto.
La sessione dedicata ai tre commerciali internazionali, Alessio Borgo (USA), Francesco Riva (MENA) e Lorenzo Birro (Asia), ha messo in luce modalità operative e dinamiche culturali legate ai rispettivi territori. Un quadro concreto che ha permesso ai ragazzi di confrontare tre modelli di vendita radicalmente diversi, dal ruolo strategico della presenza nel mercato statunitense alla negoziazione nella regione MENA, fino alla centralità della fiducia e della reputazione nei Paesi asiatici.
Una parte centrale della giornata ha coinvolto direttamente gli studenti, che non si sono presentati all’incontro da spettatori. Nei giorni precedenti, infatti, erano stati assegnati loro alcuni task preparatori: analizzare i mercati globali, comprendere le differenze culturali e preparare una presentazione su come raccontare l’azienda in tre aree geografiche differenti. Questa preparazione ha reso il confronto più maturo e consapevole.


Durante la visita al reparto produttivo, dove hanno osservato linee robotizzate, sistemi automatizzati e logiche di processo, hanno potuto collegare quanto studiato a ciò che accade realmente in un contesto industriale avanzato.
Il momento conclusivo, in cui ogni gruppo ha presentato la propria interpretazione di “CAMA nei mercati globali”, ha mostrato la profondità del loro lavoro: domande puntuali, osservazioni mirate, capacità di collegare tecnologia, approccio commerciale e sensibilità culturale.
Per molti studenti è stato il primo vero contatto con un’azienda internazionale. La possibilità di dialogare con professionisti di produzione, commerciale e marketing ha trasformato l’incontro in un’esperienza concreta di orientamento, evidenziando come la tecnologia, per quanto evoluta, richieda un equilibrio costante tra competenze tecniche e capacità umane.

L’incontro ha mostrato che il futuro del settore non si costruisce solo con robot e sistemi intelligenti, ma attraverso relazioni, formazione e visione condivisa. Ed è in questo dialogo tra innovazione e umanità, osservato e interpretato attivamente dagli studenti, che si definisce la trasformazione industriale dei prossimi anni.



