In CAMA e OMET, porte aperte per gli studenti: il futuro si costruisce a partire dalle nuove generazioni

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A cura di: Elisa Crotti
  • Risorse umane sempre più scarse, posti vacanti, una frustrante ricerca di personale che non trova risposta sul territorio.
  • Per contro, una formazione di primo livello e un settore, quello metalmeccanico, con grandissime possibilità di crescita e una forte attenzione alle persone.
  • Per far conoscere le opportunità professionali alle nuove generazioni, Cama e Omet aprono le porte in un open-day tutto dedicato ai ragazzi.

La conoscenza è alla base delle scelte consapevoli. Con quest’idea, le aziende metalmeccaniche Cama e Omet hanno promosso il 17 novembre scorso una giornata dedicata agli studenti: il Tech4Students Day. Un’opportunità per consentire ai ragazzi e alle loro famiglie di visitare i due stabilimenti di Molteno e vivere le atmosfere di queste eccellenze italiane.

Obiettivo della giornata: aprire una finestra per orientare i ragazzi prossimi alla scelta dei percorsi scolastici, offrendo una leva strategica per il futuro dell’economia e la riduzione della dispersone scolastica e della disoccupazione. «Abbiamo progettato questo evento – spiega il Presidente Cama Daniele Bellante – proprio con lo scopo di dare consapevolezza ai giovani, in una logica di scoperta.

Entrambi, Cama e Omet, realizziamo tecnologie di altissimo valore aggiunto, siamo leader mondiali con un patrimonio aziendale d’eccellenza e ci farebbe piacere che i ragazzi e le famiglie tenessero conto, nella presa di decisioni, delle interessanti opportunità di crescita personale e professionale che un percorso in seno all’azienda potrebbe offrire. Siamo realtà private dove il merito ha un forte valore e viene riconosciuto. Per questo, vogliamo trasmettere il nostro patrimonio aziendale di caratura internazionale ai futuri talenti che si apprestano a entrare nel mondo del lavoro».

Guardando in questa prospettiva, la collaborazione tra aziende diventa cruciale, un elemento chiave in un contesto dove le opportunità devono essere generate per creare nuove possibilità, come spiega il Ceo di Omet Antonio Bartesaghi: «La sopravvivenza delle nostre aziende si basa su un altissimo valore tecnologico. Abbiamo necessità di attingere alle competenze tecniche, anche solo per sostituire le persone che vanno in pensione. Inoltre, dobbiamo fare inserimenti che rispondano alle esigenze legate alla nostra crescita.

Ecco perché il più grosso investimento che possiamo fare è sulle persone e perché le famiglie devono capire che le scuole tecniche sono una scelta giusta: nelle aziende manifatturiere ci sono ottime opportunità. Fare rete fra aziende significa agire nella logica non di “rubarci” i tecnici ma, al contrario, di valorizzare le competenze del territorio perché possano rispondere alle esigenze delle aziende.

Le nostre organizzazioni sono fatte di manualità e competenza, certo, ma anche di persone. Aprire le porte in una giornata come questa consente di far conoscere la portata delle nostre realtà ad altissimo valore tecnologico, dove la meritocrazia trova il suo significato più profondo, creando percorsi che, a partire dai ruoli di minore responsabilità, possono portare fino ai vertici aziendali».

L’importanza della sinergia fra aziende viene ribadita anche dal Presidente di Confindustria di Lecco e Sondrio Plinio Agostoni, vicepresidente di Icam, un’altra realtà di spicco del territorio lecchese, produttrice di cioccolato. Per Agostoni, è essenziale affrontare il problema dei profili non reperibili (il 48% dei profili aziendali è di difficile reperimento, con un trend in costante aumento). La soluzione richiede un approccio sistemico che faciliti l’incontro strutturato tra le aziende e le istituzioni scolastiche.

«Le imprese del territorio faticano a reclutare profili tecnici: una situazione per certi versi paradossale. Il nostro territorio vanta imprese eccellenti dal punto di vista tecnologico, realtà che creano il benessere della nostra comunità, favoriscono la coesione sociale, l’integrazione di persone delle tante etnie che qui arrivano con la legittima aspettativa di migliorare la propria vita.

Per prosperare, le imprese hanno bisogno di persone, che non trovano. Occorre quindi fare rete, coinvolgendo imprese e scuole per stimolare i ragazzi a scegliere percorsi in linea con le esigenze del mercato del lavoro. Le imprese eccellenti creano un territorio, una comunità e una società eccellente, divenendo anche strumento di integrazione.

Il sistema impresa è un bene per la gente e per il vivere bene, per questo è indispensabile che lo sguardo sia lungimirante e rivolto alle giovani leve. Le nostre imprese corrono e crescono, sono gettonate, invidiate e ammirate, ma hanno bisogno di persone, di intelligenze, di passione, di voglia di fare, di inventiva e di genio».

Se è vero che un tecnico è un professionista che sa fare, è vero anche che accanto alla tecnica, per essere efficaci, occorre qualcosa di più, come aggiunge Annalisa Bellante, Vicepresidente Cama: «Nel 1997 abbiamo costruito il nostro primo robot e oggi abbiamo visto gli studenti sgranare letteralmente gli occhi ed entusiasmarsi per la robotica di Cama. Paradossalmente, mentre ci occupiamo delle macchine e dei robot, siamo alla ricerca di persone in grado di sostenere il nostro grandissimo potenziale di espansione.

Certo, la tecnica conta, ma c’è anche l’attitudine, a fare la differenza. Pensiamo all’approccio che l’individuo adotta sul lavoro, alla capacità di collaborare e lavorare in squadra, all’impegno e alla propensione al problem solving: tutte caratteristiche che rendono la persona unica, che le danno valore».

Le aziende guardano ai giovani con interesse, quindi, in una fase storica inedita in cui, come spiega il Sindaco di Lecco Mauro Gattinoni, è il lavoro a cercare le persone, e non il contrario. «Abbiamo un tasso di disoccupazione contenuto, del 2,8%, ma le aziende faticano a crescere a causa della carenza di personale.

Dai dati della Fondazione Agnelli, la qualità dell’istruzione offerta dal territorio è eccellente, con il nostro liceo classico al decimo posto in Italia e il Politecnico di Lecco decimo al mondo. I giovani sono quindi oggi una risorsa preziosissima, anche perché scarsa: non possiamo perderne nemmeno uno».

Proprio per questo, aggiunge il Consigliere Provinciale Carlo Malugani, «l’offerta formativa deve essere adeguata alle esigenze del contesto e le famiglie devono comprendere che anche con le scuole tecniche sono aperti profili economici di alto livello. l problema demografico del nostro territorio sarà ancora più evidente tra quattro, cinque anni. Occorre agire ora per fare orientamento presso gli studenti e le loro famiglie e far capire che il settore metalmeccanico offre importanti opportunità di lavoro».

Senza trascurare l’importanza della Corporate Social Responsibility, richiamata dal Sindaco di Molteno Giuseppe Chiarella, per il quale «pensando ai concetti di cittadinanza attiva e attenzione all’ambiente, capiamo come l’impresa abbia il ruolo chiave di convivere con la società, promuovendo la qualità della vita e favorendo la coesione sociale. Tra i principali stakeholder delle aziende c’è sicuramente la Pubblica Amministrazione: il dialogo privato-pubblico deve prevedere obiettivi comuni, legati al benessere della collettività».

E proprio sulla creazione delle competenze s’innesta la sfida della scuola: «L’offerta formativa del nostro territorio – commenta Raffaele Cesana dell’Ufficio Scolastico Territoriale – è indubbiamente completa, ma bisogna lavorare per eliminare quello stereotipo, errato, che la divide in scuole di serie A e scuole di serie B. Dobbiamo dare valore anche alla formazione professionale, che apre a molte opportunità di impiego.

E non è detto che chi scelga un professionale non possa poi proseguire il proprio percorso di studi. Il punto è far dialogare le imprese con i docenti delle scuole medie e superiori, affinché si diffonda e approfondisca la conoscenza delle realtà manifatturiere del territorio.

I ragazzi sono i disegnatori del loro futuro, per questo devono conoscere ed essere consapevoli dell’intera offerta formativa».

Fra i ragazzi presenti, due hanno voluto raccontare la loro storia di successo in Cama: Stefano Marelli, che dopo aver discusso la tesi di laurea in Ingegneria Meccanica e aver apprezzato l’ambiente e i macchinari, ricopre in azienda il ruolo di Ingegnere di Ricerca e Sviluppo, e il giovanissimo Stefano Sironi, che ha svolto un percorso in azienda grazie agli Istituti Tecnici Superiori, ricevendo un’offerta di lavoro immediatamente dopo la discussione della tesi. A conferma dell’attenzione rivolta ai giovani, sono stati inoltre riconosciuti con una borsa di studio al merito i 56 figli con eccellenti risultati scolastici dei dipendenti Omet.

www.camagroup.com
printing.omet.com/en/

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