VERITÀ E FANTASIE SUL LATTE: SFATIAMO LE FAKE NEWS

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Secondo l’Istituto Nazionale della Nutrizione, il latte è, insieme ai suoi derivati, un alimento fondamentale per una dieta equilibrata e sana. Ma le fake news sul suo conto si sprecano: fra intolleranze al lattosio vere e presunte, calcoli imprecisi sul colesterolo e dicerie su presunti contenuti di inquinanti, si registra una crescente disaffezione per questo importante alimento, con potenziali rischi – questi sì, veri – per la salute, soprattutto di bambini e ragazzi.

I nutrizionisti ed esperti concordano: il latte e i suoi derivati, come yogurt, latticini e formaggi, sono fondamentali per una dieta sana. Ciò è dovuto alla presenza di sali minerali, calcio, magnesio, potassio, vitamine (D, A e B12 in primis), macronutrienti essenziali e ulteriori elementi utili per l’organismo.

A cura di Elisa Crotti

Proprio per questo, nonostante la sua consistenza possa trarre in inganno, il latte non è una bevanda, ma un vero e proprio alimento, che secondo i nutrizionisti va integrato nell’alimentazione quotidiana ad ogni età, con un focus speciale per l’età pediatrica.

I benefici del latte

Si potrebbero scrivere numerose pagine sui benefici del latte. Basti pensare che i nutrizionisti lo classificano al secondo posto fra i cinque gruppi di alimenti alla base di una corretta alimentazione.

Latte, latticini e yogurt hanno la principale funzione di fornire all’organismo calcio prontamente assimilabile e proteine di alto valore biologico.

Per dare un’idea, basti pensare che 250 ml di latte al giorno assicurano al corpo quasi il 40% del suo fabbisogno quotidiano di calcio.

Non meno importante è l’aiuto che il latte dà ai bambini nello sviluppare ossa forti e denti sani. In età adulta, fornisce le energie necessarie al mantenimento del benessere generale e alla prevenzione dei disturbi tipici dell’età avanzata; infine, per chi pratica sport, questo alimento è una fonte naturale di zuccheri e aminoacidi essenziali immediatamente disponibile, utile per stimolare il metabolismo e, al tempo stesso, per reintegrare le proteine e il glucosio che sono stati bruciati durante l’attività fisica. Il latte, quindi, funziona meglio degli integratori o di una bevanda per sportivi, perché favorisce l’aumento della massa magra e un rapido recupero.

Una nota speciale riguarda poi le donne, per le quali il latte e i suoi derivati rivestono un’importanza essenziale nella prevenzione delle problematiche legate all’insorgenza della menopausa, come l’osteoporosi, la perdita di tono muscolare e il senso di stanchezza fisica e mentale.

Molti altri sono i benefici del latte, sui quali non ci soffermeremo. Se il caso latte è risolto dal punto di vista scientifico, lo è molto meno sul piano degli atteggiamenti.

La sua aura è infatti ammantata dal sospetto, dovuto in buona parte alle numerosissime fake news che lo riguardano. Cerchiamo di sfatarle facendo chiarezza su verità e fantasie riguardo al latte.

Le fake news del latte: il latte è nocivo?

La prima, più frequente fake news sul latte riguarda la sua presunta nocività per l’adulto. Secondo le dicerie, questo alimento sarebbe dannoso perché destinato all’accrescimento, mentre solo l’uomo, tra gli animali, se ne ciba per tutta la vita.

In realtà il latte di vacca, capra o pecora rientra da migliaia di anni nella dieta umana, al punto che il nostro genoma si è modificato per consentire anche in età adulta la produzione dell’enzima deputato a scindere il lattosio, ossia lo zucchero del latte.

In Europa, una mutazione genetica dell’uomo (denominata −13,910*T) è collegata strettamente alla persistenza della lattasi e, addirittura, sembra essere favorita dalla selezione naturale degli ultimi 10.000 anni.

Una ricerca apparsa su PNAS rivela che bere latte crudo avrebbe contribuito, tra i 7.000 e i 2.000 anni fa, a far crescere in altezza e stazza gli abitanti di alcune regioni dell’Europa centrale e settentrionale. Il latte ha infatti permesso alle popolazioni nord e centro europee non solo di avere più energia a disposizione, ma anche di diventare più tolleranti al lattosio.

Intolleranza al lattosio?

Secondo gli esperti, la gravità dell’intolleranza al lattosio è spesso sovrastimata dalla popolazione: la maggioranza dei pazienti ha un deficit parziale di lattasi; ciò significa poter assumere una quantità di latte o formaggi tollerabile senza fastidi.

In Italia l’intolleranza congenita conclamata è piuttosto rara, mentre è più facile imbattersi in una perdita d’efficienza dell’enzima con l’avanzare con l’età. Se l’incapacità di utilizzare il lattosio in età adulta è piuttosto diffusa in Cina (95%), in Mongolia (87,9%), in India (20%), risulta bassa in Europa.

È necessario inoltre ricordare che esistono anche cause non genetiche alla base dei disturbi dovuti al consumo del latte, come concomitanti malattie intestinali che alterano la funzionalità della mucosa (ad esempio la colite ulcerosa o le infezioni virali durature).

Pertanto, di intolleranze al lattosio ne esistono due tipi. La forma primaria è quella che si sviluppa ad ogni età, oppure inizia dopo i due anni di vita quando fisiologicamente si riduce la quantità di lattasi prodotta.

La forma secondaria compare successivamente alle malattie prima elencate, o dopo le chemioterapie, e può comparire in qualsiasi momento della vita di un individuo, anche se la maggiore incidenza si ha nell’infanzia.

In generale, il malassorbimento di lattosio non prevede comunque sintomi nel 75% dei casi e studi clinici confermano che l’assunzione di una tazza di latte al giorno tende a non comportare effetti percepibili nella stragrande maggioranza delle persone definite intolleranti al lattosio.

Infine, la lattasi è inducibile: la mappa mondiale delle aree con maggior frequenza di deficit di lattasi del tipo adulto, coincide con la mappa delle aree con minor consumo di latte. Smettere di consumare latte in una dieta fai da te non è quindi una buona scelta.

Latte e colesterolo

Un’altra fake news decisamente diffusa riguarda il fatto che il latte e i suoi derivati contengano alte concentrazioni di colesterolo. Innanzi tutto, bisogna considerare che sì, come gran parte degli alimenti di origine animale, anche la famiglia dei prodotti derivati dal latte presenta una quota di colesterolo.

Ma, proprio come in tutte le famiglie, i vari componenti non sono molto diversi, tanto che si passa tranquillamente da un contenuto minimo di 5 mg o meno per 100 g (quello dello yogurt), ai circa 200 mg per 100 g del burro.

Anche per quanto riguarda i formaggi c’è molta varietà. Nei formaggi magri la quantità si aggira attorno ai 50 mg per 100 grammi di prodotto (è il caso della ricotta e della mozzarella). In altri casi, raggiungono o superano la soglia dei 100 mg.

Fatta chiarezza su questo aspetto, vale la pena anche allungare lo sguardo su altre famiglie di alimenti, per comprendere che i formaggi stagionati contengono una quantità di colesterolo non elevata.

Secondo i dati INRAN/MiPAF, un etto di pollo arrosto contiene 119 mg di colesterolo. Nei molluschi, come cozze o gamberetti, il colesterolo è fra i 120 e i 150 mg per 100 g. In alcuni salumi e nelle frattaglie si arriva a quantitativi superiori ai 200 mg (fino a 500 mg, ad esempio nelle animelle di bovino).

Per non parlare delle uova, in cui arriviamo a 370 mg per un etto di prodotto.

Un’altra buona notizia in proposito, non fake, è che numerose recenti ricerche scientifiche sono arrivate alla conclusione che il consumo di formaggi non comporta di per sé un aumento del colesterolo LDL (colesterolo cattivo), mentre sembra favorire l’HDL (colesterolo buono). In sintesi, consumati nell’ambito di una dieta equilibrata, i formaggi contribuiscono a mantenerci in salute.

Non solo pollo ai ferri e insalatina, per intenderci.

Rinunciare al latte? No, grazie

Se non ci sono indicazioni mediche o particolari convinzioni ideologiche, rinunciare al latte a causa di qualche fake news letta in rete, è certamente una scelta discutibile. Significa fare a meno di un alimento sano, naturale, dalle grandissime potenzialità.

Con lo svantaggio che chi non fa uso di latticini per periodi prolungati avrà sempre maggiori difficoltà di digestione di questo alimento – il che suona come un’opportunità persa.

Cosa scegliere? Latte intero, senza zucchero, yogurt bianco, formaggi di qualità (meglio se dop) e un’attenzione speciale per il latte in polvere dei bambini. Anche la combinazione con gli altri alimenti ha un ruolo essenziale.

Ma questa è un’altra storia.

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